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ToggleAi fini dell’ammissibilità del controricorso il requisito di specifica indicazione degli atti processuali e dei documenti
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 giugno 2024| n. 17048.
Ai fini dell’ammissibilità del controricorso il requisito di specifica indicazione degli atti processuali e dei documenti, di cui all’art. 366, comma 1, n. 6, c.p.c., richiamato dall’art. 370, comma 2, c.p.c., è valutato in maniera meno rigorosa rispetto a quanto prescritto per il ricorso, avendo l’atto, non dotato di autonomia processuale, la funzione di sostenere la decisione impugnata e di replicare all’avversa impugnazione, senza proposizione di altri e diversi motivi.
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 giugno 2024| n. 17104.
L’iscrizione di una strada nell’elenco delle vie pubbliche o gravate da uso pubblico riveste funzione puramente dichiarativa della pretesa del Comune, ponendo una semplice presunzione di pubblicità dell’uso, superabile con la prova contraria della natura della strada e dell’inesistenza di un diritto di godimento da parte della collettività mediante un’azione negatoria di servitù; ne consegue che la controversia circa la proprietà, pubblica o privata, di una strada, o riguardante l’esistenza di diritti di uso pubblico su una strada privata, è devoluta alla giurisdizione del giudice ordinario, giacché investe l’accertamento dell’esistenza e dell’estensione di diritti soggettivi, dei privati o della pubblica amministrazione, e ciò anche ove la domanda abbia formalmente ad oggetto l’annullamento dei provvedimenti di classificazione della strada, atteso che il “petitum” sostanziale, non essendo diretto a sindacare un provvedimento autoritativo della Pa, ha, in realtà, natura di accertamento petitorio.
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 giugno 2024| n. 17118.
In materia di consulenza tecnica d’ufficio, la nullità dell’elaborato disposto nel primo grado di giudizio per avere il c.t.u. utilizzato documenti irritualmente acquisiti, utili a provare i fatti principali, va fatta valere con l’appello, determinandosi nella specie un vizio processuale che, ove non ritualmente impugnato, resta sanato.
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 giugno 2024| n. 16973.
Il mediatore ha diritto alla provvigione ove le parti concludano l’affare, senza che possa assumere rilievo la veste giuridica da costoro prescelta, ma solo il raggiungimento dello scopo economico, per perseguire il quale esse avevano dato incarico al mediatore.
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 giugno 2024| n. 17063.
Per individuare la comune intenzione delle parti, il giudice deve preliminarmente procedere all’interpretazione letterale dell’atto negoziale e delle singole clausole singolarmente e le une per mezzo delle altre, secondo i criteri ermeneutici principali previsti agli artt. 1362 e ss. c.c.; il giudice può avvalersi del criterio di cui all’art. 1367 c.c., avente carattere sussidiario ed integrativo, solo qualora non sia stato in condizione di individuare il comune intento delle parti attraverso l’utilizzazione delle predette regole interpretative; in caso contrario, l’interpretazione conservativa non può aver luogo.
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 giugno 2024| n. 17061.
In virtù del provvedimento di distrazione delle spese processuali in favore del difensore della parte vittoriosa (articolo 93 del Cpc), si instaura fra costui e la parte soccombente, un rapporto autonomo rispetto a quello fra i contendenti che, nei limiti della somma liquidata dal giudice, si affianca a quello intercorrente tra parte patrocinata risultata vittorioso ed il suo procuratore. Rimane pertanto integra la facoltà di quest’ultimo di rivolgersi al cliente per ottenere non solo la parte del credito professionale che ecceda la somma liquidata dal giudice e che gli sia stata corrisposta dalla parte soccombente, ma anche di richiedere al proprio cliente l’intera somma dovutagli, per competenze professionali e spese, nonostante la disposta distrazione.
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 giugno 2024| n. 17108.
In tema di accertamento del danno da condotte anticoncorrenziali ai sensi dell’art. 2 della l. n. 287 del 1990, spetta il risarcimento per tutti i contratti che costituiscano applicazione di intese illecite, anche se conclusi in epoca anteriore all’accertamento della loro illiceità da parte dell’autorità indipendente preposta alla regolazione di quel mercato, a condizione che l’intesa sia stata posta in essere prima del negozio denunciato come nullo.
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|19 giugno 2024| n. 16886.
In tema di assegnazione della quota di TFR all’ex coniuge titolare di assegno divorzile
In tema di assegnazione della quota di TFR all’ex coniuge titolare di assegno divorzile, l’allegazione di essere coniuge divorziato titolare di assegno nei confronti del coniuge che ha maturato il TFR costituisce già allegazione minima essenziale e con l’allegazione della data di inizio attività e di termine della stessa vi è prova della maturazione, mentre è irrilevante la mancata liquidazione.
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|19 giugno 2024| n. 16856.
In tema di clausola risolutiva espressa, la dichiarazione del creditore della prestazione inadempiuta di avvalersi della risoluzione di diritto (art. 1456, secondo comma, cod. civ.) non deve essere necessariamente contenuta in un atto stragiudiziale precedente alla lite, ma può manifestarsi, per la prima volta, pure nel corso del giudizio, o nell’atto introduttivo di quest’ultimo, anche se nullo.
Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|19 giugno 2024| n. 16891.
In tema di risarcimento dei danni per vizi della cosa venduta, l’art. 1494 cod. civ. pone a carico del venditore una presunzione di colpa che viene meno solo se lo stesso provi di avere ignorato incolpevolmente l’esistenza dei vizi.
Ad poenitendum properat cito qui iudicat - la necessità della ponderazione nello svolgimento dell'attività giudiziaria